domenica 19 agosto 2012

TRE VOLTE ALL'ALBA - Alessandro Baricco

Bè, Baricco è Baricco. 
Nel senso che ha un modo di scrivere inconfondibile, uno stile che ti cattura e ti trascina nel vortice e nello scorrere delle pagine. E questo vale anche per "Tre volte all'alba", un libro breve che leggi tutto d'un fiato, intrappolato in una prosa irresistibile. Ciò che ti cattura è l'inseguirsi e incastrarsi perfetto delle parole. I dialoghi che ti avvolgono passando in maniera virtuosissima dalla forma indiretta a quella diretta, e ti fanno anche impazzire perchè non sono virgolettati e ti capita di perdere il conto di chi stia parlando. Le parole, le frasi, le descrizioni, gli attimi scivolano via veloci uno dopo l'altro finchè arrivi a pagina 94, la fine, e ti chiedi: "cos'è successo?". Devi tornare indietro e rileggerlo con calma per riuscire a delinare la storia, anzi le storie.

Storie che raccontano poco dal punto di vista dell'azione, ma molto da quello dell'introspezione. Vicende che restano incompiute, tre accenni inconclusi che ti lasciano con una voglia tremenda (e che resterà insoddisfatta) di sapere come andrà a finire.

Sullo sfondo di queste tre storie c'è sempre un albergo, un albergo non di lusso, ma uno piuttosto squallido. E c'è sempre l'alba, un momento che non è più notte ma non è ancora giorno, non è più buio ma non è ancora luce...il momento delle possibilità. E' l'alba a fare da cornice a queste vite che si intrecciano casualmente nella hall di questo albergo. In ogni storia ci sono due sconosciuti che si incontrano e che pian piano si raccontano e si svelano. Sono tutti personaggi con un passato pesante alle spalle, dal portiere di albergo con un'esperienza in carcere, al bambino che ha visto morire i genitori in un incendio, alla poliziotta convinta di non aver concluso nulla nella vita, e tutti in quest'alba cercano un riscatto, un nuovo inizio.

Lette così, di fretta e sovrapensiero, queste tre storie sembrano essere una indipendente e slegata dall'altra, sembrano non aver nulla in comune e quasi viene da chiedersi perchè le abbia riunite insieme. E invece prestando più attenzione ci si accorge che un filo rosso che le unisce c'è. Sono i personaggi stessi, che ritroviamo dall'una all'altra. Con sbalzi temporali impossibili nella realtà, pian piano capiamo che i personaggi sono gli stessi che incontriamo in ogni storia nei vari momenti della loro vita; così la donna che nel primo racconto collabora con la polizia per catturare un uomo ricercato, nel secondo torna indietro a quando era incinta poco più che diciassettenne, per concludersi nel terzo racconto con gli ultimi giorni della sua carriera da poliziotta prima del pensionamento. E la stessa cosa vale per il personaggio maschile. 

Come dice lo stesso Baricco "Si incontreranno per tre volte, ma ogni volta sarà l'unica, e la prima, e l'ultima" che sinceramente è una frase talmente lirica da essere incomprensibile!

In ogni caso, vale assolutamente la pena leggerlo anche solo per questa superba descrizione di cosa significhi essere pazzo di qualcuno (e voglio vedere se non diventate pazzi anche voi a seguire il dialogo!!)
"Ha idea di cosa significhi essere pazzo di qualcuno?
Temo di no.
Ecco.
Provi a spiegarmi.
Scherza?
Ci provi, mi dica anche una cosa soltanto.
Perchè?
Non ho altro da fare. Devo aspettare che le scarpe si asciughino.
Questa è una buona risposta. Cos'è che vuole sapere esattamente?
Cosa vuol dire essere pazzo di qualcuno.
Non lo sa.
No.
Alla donna venne soltanto in mente che capisci tutti i film d'amore, li capisci veramente. Ma anche quella non era facile da spiegare. E suonava un po' idiota. Senza volerlo le tornarono in mente tante scene che aveva vissuto al fianco dell'uomo che amava, o lontano da lui, che poi era la stessa cosa, lo era da un sacco di tempo. Di solito cercava di non pensarci. Ma lì le tornarono in mente e in particolare si ricordò di una delle ultime volte in cui si erano lasciati e di quello che aveva capito in quell'istante - era seduta al tavolino di un caffè, e lui se n'era appena andato. Quel che aveva capito, con certezza assoluta, era che vivere senza di lui sarebbe stato, per sempre, la sua occupazione fondamentale, e che da quel momento le cose avrebbero avuto ogni volta un'ombra, per lei, un'ombra in più, perfino nel buio, e forse soprattutto nel buio. Si chiese se poteva andare come spiegazione di cosa significhi essere pazzo di qualcuno, ma alzando lo sguardo verso l'uomo......"


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