martedì 11 dicembre 2012

I PESCI NON CHIUDONO GLI OCCHI - Erri de Luca

Questo libro è finito sul mio comodino perchè mi aveva incuriosito il titolo..
I pesci non chiudono gli occhi..e che vuol dire?? Pensavo si trattasse di una noiosa storia di pescatori, e in effetti nelle prime pagine mi era quasi sembrato che fosse così. 
Non pensavo che dietro a questa semplice affermazione ci fosse tutto un mondo.

"Ma tu non chiudi gli occhi quando baci? I pesci non chiudono gli occhi"

Il racconto dell'estate dell'autore quand'era bambino, 10 anni, in vacanza sull'isola di Ischia con la madre. La spiaggia, il bagno al mare, i pescatori, le letture sotto l'ombrellone..tutto è descritto talmente bene che mi sembrava di essere anch'io in riva al mare, al caldo, con la sabbia tra i capelli e il vento che soffia leggero, invece di essere sul divano, con la coperta, l'albero acceso e la neve che scende fuori dalla finestra.

Potrebbe sembrare una storia un banale, il racconto di un estate al mare. 
Invece no, è una storia molto densa e profonda, è la storia di una crescita. 
"A 10 anni l'età si scrive per la prima volta con due cifre. E' un salto in alto, in lungo e in largo, ma il corpo resta scarso di statura mentre la testa si precipita avanti".
Questo "io" che si ritrova chiuso in un corpo da bambino e vorrebbe uscire da questo bozzolo, che si trova ad affrontare argomenti da "grandi" come la giustizia, le scelte da "uomo" di famiglia, e l'amore.
E' l'estate del suo primo amore, o forse no, perchè a 10 anni non si sa nemmeno cosa sia l'amore.

"Conoscevo gli adulti, tranne un verbo che loro esageravano a ingrandire: amare. Mi infastidiva l'uso. [...] Al culmine del verbo gli adulti si sposavano, oppure si ammazzavano. Era responsabilità del verbo amare il matrimonio dei miei genitori. Insieme a mia sorella eravamo un effetto, una delle bizzarre conseguenze della coniugazione. A causa di quel verbo litigavano, stavano zitti a tavola, i bocconi facevano rumore. [...] Intorno a me non lo vedevo e non lo conoscevo il verbo amare"

E poi in spiaggia c'è questa ragazzina, come lui un po' solitaria, entrambi ai giochi stupidi dei coetanei preferiscono immergersi nella lettura. E scatta un'affinità che farà guadagnare al nostro gli scherzi e l'odio degli altri ragazzini della spiaggia. Un'affinità, non l'amore, lui dell'amore non sa nulla, al verbo amare preferisce il verbo mantenere.

"E si calò sott'acqua. Mi immersi anch'io per tirarla su e lei mi prese la mano. Uscimmo a respirare, lei teneva ancora la mia mano. Mantenere, il mio verbo preferito, era successo. Come fa a saperlo? Pensai e mi risposi: lo sa e basta. Non avevo toccato niente di così liscio fino allora. Ora so neanche fino a oggi. Glielo dissi, che il suo palmo di mano era meglio del cavo di conchiglia, mentre risalivamo a riva, staccati. "Lo sai che hai detto una frase d'amore?" disse avviandosi verso l'ombrellone. Una frase d'amore? Neanche so cos'è, che le è venuto in mente? Ne sa più di me per via degli animali, ma si è sbagliata. Ho detto una frase di stupore"

Quanta poesia in quest'immagine, con quale profondità descrive un semplice gesto, il tenersi per mano qualche istante..è per questi attimi sospesi che mi ha incantato questo libro. Per la sua semplicità.

"Chiudi quei benedetti occhi di pesce"
"Ma non posso. Se tu vedessi quello che vedo io, non li potresti chiudere"
"Da dove ti spuntano questi complimenti, piccolo giovanotto?"
"Che complimenti? Dico quello che vedo"



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