sabato 28 luglio 2012

JUST KIDS - Patti Smith

La prima "impressione di lettura" doveva essere qualcosa di speciale, qualcosa di grande..bè, direi che con Just Kids, è una partenza proprio col botto! 

Prima però devo ammettere che questo libro ha vagato per qualche mese sul mio comò, e alla fine stavo quasi per riportarlo in biblioteca senza averlo nemmeno sfogliato. E invece poi mi ha (lo ha) salvato un viaggio a Pisa a trovare un'amica..per affrontare il lungo viaggio in treno, ho deciso di portare con me proprio lui e dargli una possibilità. Mai scelta fu più azzeccata!
Basta leggerne anche solo qualche pagina e ti trovi immersa nel turbine della vita della poetessa del rock, e non riesci più ad uscirne finchè non vedi la parola fine dopo circa 200 pagine.

Ma..di cosa parla?
Just kids è l'autobiografia di Patti Smith in cui la poetessa ci racconta la sua vita prima del successo, ma soprattutto la sua vita dopo aver incontrato Robert Mapplethorpe, il ragazzo con gli occhi verdi e i capelli a boccoli che sarebbe diventato un grande fotografo.
Ora, ammetto che non conosco molto l'opera di Patti Smith (ognuno ha le sue lacune), per cui il motivo principale per cui ho preso in mano questo libro è stato proprio lui, Mapplethorpe. Spero che voi siate meno lacunosi di me e conosciate, anche solo per sentito dire, la sua arte. Bene, io l'ho apprezzato e adorato da subito, da quando ne sentii parlare per la prima volta nel corso di "Storia della fotografia" del professor Marra, anno accademico 2003/04, al DAMS di Bologna. Al di là dei soggetti da lui ritratti (che a un esame molto superficiale qualcuno potrebbe (anzi ha) definito quasi pornografici), le sue fotografie esprimono un forte rigore geometrico e anatomico, sembrano quasi delle sculture rinascimentali (non a caso una delle fonti di ispirazione di Mapplethorpe è l'opera scultorea di Michelangelo), e soprattutto sono incentrate sulla ricerca sulla luce e sui chiari scuri. Le ombre delle sue fotografie sono la cosa più nera in assoluto che io abbia mai visto.

Però, dato che non è il caso di fare la parte della critica d'arte, proseguiamo parlando del nostro libro. Bene, ci racconta appunto la vita di questi due giovani artisti squattrinati alla conquista di New York prima che il successo li raggiungesse, due giovani che hanno trovato l'uno nell'altra la propria musa ispiratrice, due anime affini che sono sempre state presenti incoraggiandosi a vicenda..e tutt'attorno la scena artistica della NY a cavallo tra gli anni 60 e 70, Andy Warhol e la sua factory, Janis Joplin, il Chelsea Hotel e gli artistoidi che ci vivevano, i locali underground e l'aids.
Non solo una biografia, ma un omaggio al grande fotografo scritto da colei che ne è stata amica, compagna, amante, musa, famiglia...

E stupenda la copertina, con una foto che li ritrae insieme in occasione di un loro anniversario, Robert con gli occhi furbetti e il suo caratteristico sorriso sghembo, Patti, stranamente vestita di bianco, con gli occhi profondi che parlano da soli e ci raccontano del loro grande legame.

Dopo questo libro, ho iniziato ad ascoltare Patti Smith :)


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