mercoledì 29 agosto 2012

IL PROFUMO DELLE FOGLIE DI LIMONE - Clara Sanchez

Finalmente l'ho finito!
Ecco la prima cosa che ho pensato quando ho voltato l'ultima pagina di quello che è stato definito un caso letterario in Spagna e che ha pure vinto il Premio Nadal. 
Eh si, perchè di fronte a un malloppone di 360 pagine, dove dalla metà circa il ritmo rallenta, poi sembra riprendersi ma attenzione, è solo una finta, per concludersi con un finale a dir poco deludente, è veramente difficile non provare un po' di sollievo nell'averne conquistato la fine.

Certo, avrei anche potuto abbandonarlo. Il fatto è che fino all'ultimo ho aspettato/sperato che la storia si smuovesse, credevo che il finale riservasse grandi sorprese..e invece..la delusione e la banalità più assoluta.

Per prima cosa mi chiedo chi è il traduttore. Io l'ho letto in lingua originale, in spagnolo, non farò la traduttrice di mestiere, ma mi sembra che tra "Lo que esconde tu nombre" e "Il profumo delle foglie di limone" ce ne passa. Ciò che nasconde il tuo nome si adatta molto di più alla storia che viene raccontata, mentre le foglie di limone, a parte nominate qualche volta nel giardino di casa della protagonista, non so che c'entrano. Misteri.

E' carino il fatto che la trama si sviluppi dal racconto a due voci dei due protagonisti. 
Da un lato Sandra, ragazza 30enne incinta, che non sa cosa fare della sua vita e del suo pseudo fidanzato, e si rifugia in Costa Blanca per meditare. Dall'altra Julian, ottantenne sopravvissuto al campo di concentramento di Mathausen che ha passato la vita a dare la caccia a criminali nazisti. 
A far incrociare le strade dei due, una coppia di anziani, Karin e Fredrik Christensen, norvegesi, che soccorrono Sandra durante un malore in spiaggia e la accolgono nella loro casa, coccolandola e viziandola senza farle mancare nulla, come fosse la nipote che non hanno mai avuto. Tutte queste attenzioni diventeranno però un incubo per la ragazza, perchè saranno sempre più ossessive e asfissianti, finchè verrà a conosceza della verità, cioè che i due amabili nonnetti con cui ormai convive sono in realtà criminali nazisti a cui Julian sta dando la caccia.

E qui inizia la suspance, perchè Sandra diventa una sorta di infiltrata in casa del nemico, e quindi la tensione per la paura che la scoprano. A un certo punto riesce anche a trafugare delle iniezioni dall'effetto miracoloso che sembrano contenere un liquido molto sospetto. Scatta anche un bacio con un adepto di questa fratellanza (perchè i Christensen non sono soli, c'è una vera e propria comune nazista in quel paesino), un ragazzo soprannominato l'Anguilla (solo il nome!), bacio da cui sembra debba nascere un grande amore..

E poi..e poi tutto va scemando nel banale, come se l'autrice non sapesse in che modo risolvere le situazioni.
So che non dovrei svelarvi il finale, ma non ce la faccio. E' troppo assurdo. Per cui chi non vuole sapere come finisce, si fermi qui!

Le famose fialette col liquido sospetto, che facevano pensare a chissà quali esperimenti portati avanti da questi nazisti, altro non sono che dei forti complessi vitaminici..
Ma dai!!Dopo tutta l'ansia del rubare le sirighe senza farsi accorgere, del farle analizzare e poi...il Supradin in pratica!

Sandra, che i Christensen volevano far entrare nella fratellanza, alla fine non ce la fa più e scappa. Io allora pensavo che l'avrebbero inseguita e cercata, e mi ero anche immaginata che tutto il loro interessamento avesse magari un secondo fine (il bambino che portava in grembo?). E invece niente, fugge dalla finestra, e prende un pullman per Madrid, dopo che Julian (!!!) le ha recuperato borsa e vestiti, ricevendoli direttamente dalle mani di Frederik. E nessuno dei due fa nulla, il criminale nazista e il deportato nel campo di concentramento uno di fronte all'altro, si parlano tranquillamente!

Inutile dire Sandra che torna col suo ex e il grande amore per l'Anguilla viene dimenticato. Ah, per non farci mancare nulla, l'Anguilla si rivela essere un poliziotto infiltrato, e alla fine sarà l'unico a morire nel romanzo.

Già, perchè alla fine della fiera, dopo tutti i racconti di Julian, i suoi pedinamenti e le investigazioni, la sua sete di vendetta, il suo non dimenticare e non perdonare, cosa succede? L'allegro gruppetto nazista, avendo capito che li stavano per beccare, se la svigna. Julian si ritira in una residenza per anziani. E chi ci trova in questa residenza? Due di questi nazisti a cui aveva dato la caccia per anni. E cosa fa??? NULLA!!
Non li denuncia nemmeno alla Polizia! Se ne sta lì giorno dopo giorno, a passare gli ultimi momenti della sua vita a vedere come invecchiano e impazziscono questi due. E non fa nulla!Non li fa processare, non li uccide, non li prende a bastonate, non gli dice nemmeno nulla. Io non ci volevo credere!

Finale deludente e che più banale non si può!
Una storia inconcludente!



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